Debito Pubblico Italiano

giovedì 29 settembre 2011

IPERMERCATI: la morte programmata dei produttori agricoli.


Ipermercati «divora-tutto»

L’ ortofrutticolo è in crisi da quando c’è la grande distribuzione



Premessa: L'8 ottobre 2009 il governatore Vendola stringe un accordo con la G.D.O. (Grande Distribuzione Organizzata) (http://www.avetrana.org/notizie-avetrana/976-governo-vendola-dall-8-ottobre-luva-pugliese-nei-supermercati-di-tutta-italia.html) per salvaguardare gli interessi dei produttori di uva pugliese che, a seguito della crisi di mercato, avevano già deciso di non raccogliere l'uva per motivi economici. Grande scalpore suscitò nell'opinione pubblica l'interessi dimostrato dal presidente Vendola verso i produttori agricoli. Una volta tanto si vedeva la politica andare incontro alle esigenze del territorio. Ma questa manovra nascondeva delle piccole “magagne” che a distanza di tempo si sono rivelate in tutta la loro drammatica consistenza. Il servizio che segue riporta una situazione che avevamo già ampiamente previsto sin dal 2009 e avevamo denunciato sulla nostra pagina Compra Sud su Facebook. Non siamo stati degli indovini, abbiamo solo ascoltato la voce dei piccoli imprenditori del settore che avevano già denunciato la truffa perpetrata a loro carico. Più che rafforzare il tessuto imprenditoriale si è voluto agevolare la GDO: i fieri pugliesi che andavano nei supermercati e ipermercati di Puglia andavano ad acquistare l'uva con la certezza di fare del bene al territorio. In pratica hanno collaborato a distruggere la produzione di uva, “affamare” i produttori e far aumentare gli incassi della GDO. Ogni pugliese ha acquistato un paio di chili di uva a prezzi “stracciati” e nel frattempo ha riempito il carrello della spesa con 100 euro di prodotti del nord.

Un sentito ringraziamento al Presidente Vendola, al suo entourage e collaboratori e tutta la politica dello “stato” italiano.

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Come si principia nelle favole si può dire che c'era una volta, a partire dagli anni '50, il florido settore dell'ortofrutta, con i suoi «magazzini» di esportazione in cui trovavano lavoro decine di operai. Poi l'arrivo del dominio commerciale della «grande distribuzione», con le sue strategie penalizzanti per i produttori, lo ha pesantemente indebolito. Tant'è che, nel caso del territorio di Bisceglie, il numero delle imprese ortofrutticole si è drasticamente ridotto ad appena una ventina. A spiegare quello che di negativo si sta verificando in questo settore sono Gianni Porcelli, presidente del Consorzio della Ciliegia e della Frutta Tipica di Bisceglie e vice direttore della Confagricoltura Bari/Bat e di Giacomo Patruno, presidente della Centrale Ortofrutticola e vice-presidente della Confagricoltura Bari/Bat. «Fino a vent'anni fa l'ortofrutta si vendeva prevalentemente presso i mercati ortofrutticoli con un regime di concorrenza fra i possibili acquirenti ampio e diversificato, mentre allo stato attuale circa il 60% - 70% delle produzioni ortofrutticole si vendono (o si tentano di vendere) attraverso la grande distribuzione che detta le regole», sostiene Porcelli. «In sostanza i prezzi di vendita dei prodotti non remunerano neanche i costi di produzione e le cooperative ed icommercianti di ortofrutta vendono alla grande distribuzione l'uva da tavola "Vittoria" ad un prezzo massimo di 1,10 - 1,20 euro al chilo nella migliore delle ipotesi e ciò permette di liquidare l'uva al produttore ad un prezzo non superiore ad 0,30 – 0,40 euro al kg - spiega Patruno - il prodotto viene, quindi, consegnato presso le piattaforme della grande distribuzione e qui si perde il controllo di una filiera, completamente controllata dalla grande distribuzione stessa che decide i prezzi finali al consumatore con dei ricarichi elevati». Secondo l'imprenditore ortofrutticolo Enzo Di Pierro, consigliere comunale e provinciale, "sono ormai mesi che i prezzi della frutta sono sottodimensionati, le ciliegie sono state quotate ad 1 euro in meno al kg rispetto allo scorso anno, le pesche a circa 20-30 centesimi in meno al kg e le angurie a meno 7 centesimi al kg,così non si ricavano nemmeno le spese della raccolta, infine c'è l'uva da tavola con la beffa di richieste di prodotto di bassa qualità che il nostro produttore non è abituato a fare, tutto al di sotto dei prezzi di produzione». Pochi giorni fa, su proposta di Di Pierro, il consiglio comunale di Bisceglie ha approvato un ordine del gorno (ora all'esame anche del consiglio della provincia di Barletta-Andria- Trani) con cui si riconosce lo stato di crisi del comparto agricolo e si attivano le procedure per ottenere adeguate misure di sostegno. Si chiede a Ministero dell'Agricoltura,Regione Puglia, Enti ed istituzioni nazionali e comunitarie un intervento di revisione del decreto legislativon. 102 del 2005, che imponga all'inizio della campagna produttiva un contratto obbligatorio con la Grande Distribuzione Organizzata, garantito da un sistema di controlli sui punti vendita relativamente a prezzi ed esposizione della merce, da effettuarsi con l'ausilio di corpi di polizia e l'introduzione all'interno del contratto di parametri importanti quali prezzi e tempi di pagamento (massimo 60 giorni), di termini di trasparenza su sconti, premi, promozioni e del «diritto di scaffale», al fine di sostenere il prodotto di qualità di provenienza comunitaria, riservando una percentuale minima non inferiore al 30% dello spazio sullo scaffale.

Luca De Ceglia – La Gazzetta del Mezzogiorno del 28 settembre 2011

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