Debito Pubblico Italiano

domenica 29 maggio 2011

INDIGNATOS: Un film che non vedrete mai!


Quanto riportato dai media di tutto il mondo è sintetizzabile in:


I giovani spagnoli chiedono l’abolizione delle leggi considerate “ingiuste” (tra le quali quella elettorale); un referendum sulla monarchia; chiusura immediata delle centrali nucleari; riforme fiscali che favoriscano i redditi più bassi; riforma delle condizioni di lavoro dei politici: no a pensioni vitalizie e inserimento di concorsi pubblici ad hoc.
Gran parte della protesta riguarda poi il miglioramento dei rapporti di lavoro, la fine della precarietà salariale e dello sfruttamento degli stagisti, salario minimo aumentato a 1.200 euro.

Una valutazione attenta di queste poche righe, che rappresentano il sunto che ciascuno di noi ha appreso attraverso i canali di informazione, porta a un unico punto di fuga: il denaro.

Perché si dovrebbe chiedere un referendum sulla monarchia? Perché la chiusura delle centrali termo-nucleari? Perché chiedere le riforme fiscali? Perché il lavoro dei politici? Perché richiedere un salario minimo garantito a tutti? Perché la Spagna si sta risvegliando dopo un bellissimo sogno e si sta scontrando con la dura realtà.
Consideriamo che la Spagna, fino al 1975, ha vissuto come se il tempo si fosse fermato alla fine del Secondo Grande Conflitto. L'Europa ha sempre sottaciuto a quanto accadeva in Spagna per motivi a noi oscuri. Dopo la morte del Caudillo Franco, in Spagna c'è stata una esplosione di vitalità, sia nell'ambito sociale quanto in quello economico e culturale. Non c'è stata nessuna regolamentazione di crescita: fabbriche di pavimenti che nascevano come funghi in netta concorrenza con gli stabilimenti del comprensorio emiliano, fabbriche di sanitari tecnicamente evoluti e di gran pregio sono solo alcuni degli aspetti di questa esplosione economica. La stessa imposta sul valore aggiunto (i.v.a.) fino a qualche tempo fa era di percentuali irrisorie e ciascun commerciante si vedeva bene dal non seguire la legge fiscale. Tutti pagavano le tasse in quanto si era certi del loro valore e della loro funzione. 
Intanto, tra i giovani, esplodevano anche l'alcolismo, i locali notturni, l'informazione "teleguidata".
Solo adesso ci si rende conto della dura realtà: il debito pubblico non è altro che il nostro debito quotidiano.
Ogni bambino nasce già con un debito impressionante: fino a 18.000 euro. 
Se mio figlio si rendesse conto che dal momento in cui ho deciso di farlo nascere, gli ho attaccato anche un debito di 18.000 euro sicuramente mi disconoscerebbe come padre.

Un risentimento simile ha generato nei ragazzi spagnoli la stessa reazione: stanno disconoscendo quello che hanno fatto i loro padri a partire dal 1975. In particolare il sistema monetario.
Inutile continuare a nascondere una realtà così evidente: "i politici sono i servi delle banche". Se la politica è al servizio delle banche e della moneta cosa ne deriva? Leggi, decreti, manovre, tassazione, politica estera: tutto legato al denaro. Ma non in senso positivo: non si vuole aiutare la nazione a crearsi le risorse per uno sviluppo. Si vuole solo dare l'impressione di un benessere, peraltro effimero e di durata incerta, per portare il popolo a creare debito.

C'è un film che racconta tutto questo. In Spagna è stato sequestrato nel momento in cui è stato immesso nel circuito. Alcuni amici "indignatos" me lo hanno postato e mi hanno consigliato di guardarlo e poi cancellare tutto per non avere problemi con la "nostra" giustizia.

I miei amici lo hanno memorizzato su delle chiavette di memoria nascoste. Di tanto in tanto se lo guardano per "ricaricarsi".


Se qualcuno avesse voglia di scaricarlo per se in formato integrale con sottotitoli in italiano può richiederlo al mio indirizzo ed io provvedo ad inviare il link del mio server.

2 commenti:

  1. Ciao collega!!! Quasto film lo conoscevo serve a riflettere!!
    Gennaro

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  2. non centra nulla con il tuo post (che cmq avevo cercato) sono un bloger novello, se possibile vorrei sapere come si fa a mettere sotto il post il "POSTA UN COMMENTO" come questo. nel mio blog i post non sono visibili direttamente sotto il post, ma si clicca su commenti e si apre nu'altra pagina. Se puoi aiutarmi te ne sarei grato. ilblogger@live.it

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